QUANDO LA SCHIENA LANCIA S.O.S.

Lombalgie o difficoltà digestive possono indicare nell'adulto il peggioramento di una scoliosi. Una condizione spesso causata dall'artrosi o da squilibri articolari. Di estrema importanza la prevenzione

È noto a tutti quanto la valutazione e la prevenzione della scoliosi nel bambino siano di estrema importanza per la tutela del corretto accrescimento del sistema muscolo-scheletrico ed in particolare della colonna vertebrale. Ma non tutti hanno la consapevolezza di quanto possa essere importante avere la medesima attenzione e cura per la scoliosi in un soggetto adulto. Anche nelle persone di età avanzata, infatti, può determinare delle conseguenze molto spiacevoli sia per l’assetto posturale e morfologico, che per la funzionalità degli organi interni. Bisogna precisare intanto che nell’adulto la scoliosi può essere sempre esistita. Si parla quindi di “scoliosi dell’adolescenza”. Ma può essersi anche instaurata in età avanzata a causa di squilibri articolari sopraggiunti nel tempo. Spesso l’adulto soffre di una lombalgia o di una lombo-sciatalgia e da un esame radiografico si può evidenziare una scoliosi di cui a volte non si era a conoscenza. Questa può essere la causa o la conseguenza sia dell’insorgenza che dell’aumento della sintomatologia. Una delle cause più importanti all’origine della scoliosi nell’adulto è l’artrosi. L’involuzione artrosica colpisce tutte le articolazioni, ma può determinare squilibri principalmente a carico della colonna, delle anche e delle ginocchia. Se l’equilibrio delle articolazioni non è ben bilanciato, la scorretta distribuzione dei carichi si concentra in modo eccessivo solo su alcune zone delle superfici articolari dando origine ad un’usura asimmetrica. Un ginocchio deformatosi verso l’interno (valgismo) determina un adattamento del bacino e della colonna lombare, per cui i nervi che scendono verso gli arti inferiori (prevalentemente il nervo sciatico ed il nervo femorale) possono iniziare a dare dolori. Invece, per quanto riguarda la colonna vertebrale, il progressivo deterioramento dei dischi intervertebrali si può sviluppare in modo asimmetrico in funzione di una scorretta distribuzione dei carichi, determinando una sempre maggiore deformazione della scoliosi. La formazione sulla colonna di becchi osteofitari dovuti all’artrosi può inoltre contribuire all’aumento del dolore a causa della diminuzione dello spazio nel quale decorrono i nervi che escono dalla colonna. Una delle principali differenze dovute all’età è che la scoliosi dell’adolescente è normalmente priva di sintomi, mentre nell’adulto è spesso causa di dolori costanti e difficilmente risolvibili con il semplice utilizzo di farmaci antidolorifici e antinfiammatori. La progressiva degenerazione dell’osso dovuta all’osteoporosi (che può causare dei crolli vertebrali e fratture spontanee) determina, come già spiegato, l’aumento degli squilibri dei carichi. Una evidenza radiografica frequente è la deformazione a cuneo delle vertebre che giustifica un rapido peggioramento sia clinico che estetico della colonna vertebrale. Se la vertebra si deforma di lato, è più evidente la traslazione laterale del torace rispetto al bacino. Se la vertebra si deforma in avanti, è invece più evidente un peggioramento verso il dorso curvo (o ipercifosi dorsale) con la presenza di una marcata gibbosità causata dalla rotazione delle vertebre dorsali e delle costole. Spesso coesiste una condizione di diminuzione dello spazio del canale vertebrale in cui passa il midollo spinale ed i nervi spinali (stenosi del canale) che causa un forte aumento del dolore quando si è in piedi o si cammina per troppo tempo e che migliora soltanto con il riposo. Il dolore si ripresenta quando la colonna è nuovamente sottoposta al carico. È importante chiarire con un’attenta valutazione morfologica, posturale e radiografica quale sia la causa primaria del dolore. È indispensabile per poter indirizzare il tipo di trattamento che nella maggioranza dei casi è di tipo conservativo, ma in alcuni casi può essere chirurgico. Il trattamento conservativo prevede la decompressione delle articolazioni con il tentativo di correggere la deviazione della colonna attraverso delle sedute di rieducazione posturale e l’eventuale utilizzo, soltanto nei casi più gravi, di corsetti rigidi (da utilizzare durante il giorno) al fine di scaricare il peso della colonna ed evitare l’ulteriore peggioramento della deformazione vertebrale. La diminuzione delle tensioni muscolari, la decompressione delle articolazioni, associati al riequilibrio morfologico, favoriscono il miglioramento o la risoluzione dei disturbi irritativi che innescano i processi infiammatori. Il trattamento chirurgico prevede, invece, il blocco (artrodesi) di alcune vertebre della colonna per mezzo di barre in titanio che correggono per quanto possibile l’asse della colonna ma che, purtroppo, ne impediscono anche il movimento. È questa comunque una soluzione indicata solo per alcuni casi più gravi (circa il 5%). La scoliosi, coinvolgendo tutta la colonna, determina anche la deformazione della colonna dorsale e con essa anche della gabbia toracica. Questa condizione determina una compressione, con alterazione della funzione, degli organi interni del torace ed in particolare di cuore e polmoni. Si può andare dalla insufficienza respiratoria fino allo scompenso cardiaco. Si possono manifestare anche disturbi di tipo digestivo dovuti alla tensione/compressione dell’esofago, dello stomaco e del duodeno. Anche il colon può soffrire di un aumento di compressione. Sono queste condizioni che possono evidentemente determinare dei disturbi del transito intestinale, come la stipsi. Mentre in passato il controllo e il trattamento della scoliosi era considerato importante soltanto tanto per l’età dello sviluppo, è ormai chiaro quanto sia importante il monitoraggio ed eventualmente il trattamento riabilitativo anche per l’adulto. L’obiettivo del trattamento riabilitativo per gli adolescenti è quello estetico, ma è prioritario contenere quanto possibile il peggioramento della deformazione vertebrale al fine di ridurre al minimo quelle che possono essere le conseguenze degli squilibri bio-meccanici nell’età adulta. Nell’adulto diventa primario l’aspetto funzionale. Questo perché, come ampiamente descritto, la scoliosi nell’adulto determina quasi sempre dolori muscolo-scheletrici, sofferenza dei nervi spinali ed infine, ma non per ultimi, disturbi funzionali di tipo cardio-vascolare e respiratorio. Anche in questo ambito è importante ed opportuno avere come obiettivo il mantenimento di una adeguata qualità della vita. È un obiettivo ottenibile con un modesto impegno che comporta il monitoraggio periodico del sistema muscolo-scheletrico affidandosi a specialisti della scoliosi (ortopedici, neurochirurghi e fisioterapisti specializzati in rieducazione posturale) ed effettuando se necessario trattamenti riabilitativi, sempre di tipo posturale, con cadenza variabile a seconda della specificità della scoliosi. I trattamenti devono essere necessariamente individuali in quanto ogni scoliosi è diversa da tutte le altre. Non esistono due scoliosi uguali e non è possibile prevedere lo stesso trattamento per soggetti diversi. La frequenza dei trattamenti può variare da una o due sedute al mese per i soggetti asintomatici, fino a una o due sedute a settimana nei casi in cui sia presente dolore.

Nell’adulto

la scoliosi produce spesso dolori costanti, difficilmente risolvibili con il semplice uso di antidolorifici.

L’artrosi

può dare origine a squilibri a carico della colonna vertebrale, delle anche e delle ginocchia.

SHARE THIS PAGE!

INDIRIZZO
Via Giorgio Baglivi, 5/E - int. 2
00161 - Roma (RM)

CONTATTI
Email: alessandromascia70@gmail.com
Tel.: +39 06.44.29.07.66
Cell: +39 347.33.69.171