LA SCHIENA FA MALE: E SE FOSSE L’INTESTINO?

Le tensioni muscolari non sempre sono la causa dei dolori alla schiena. Spesso, infatti, si assumono posizioni errate per difendersi da dolori o tensioni derivanti da patologie di origine interna

La libertà di movimento di tutte le strutture del corpo rappresenta uno degli aspetti essenziali per garantire una buona condizione di salute. Spesso, invece, trascorriamo la giornata con dei dolori fissi, subdoli, che non danno tregua. Non sono molto forti ma sono costanti e non migliorano in nessuna posizione. Sono frequentemente localizzati a livello lombare, oppure a livello dorsale o sulla colonna cervicale, a volte anche sotto forma di torcicollo. Il sistema muscolo- scheletrico e gli organi interni sono avvolti da un particolare tessuto connettivo chiamato “fascia”. In questo modo l’insieme dei vari organi interni è direttamente collegato alla colonna e più in generale a tutto il sistema scheletrico. Quindi il dolore che avvertiamo non è sempre la conseguenza di un problema articolare o muscolare ma, a volte, può dipendere da un problema a carico dello stomaco, del fegato oppure del colon e in generale di tutti gli organi interni. L’insieme degli organi interni in condizioni di sofferenza può determinare la modificazione della morfologia della colonna vertebrale, può diminuirne la mobilità, e spesso ne consegue lo spostamento dell’equilibrio (baricentro). Ad esempio la testa può essere atteggiata in avanti per la difesa da dolori cervicali. Questi dolori cervicali possono essere dipendenti da una costante tensione delle vertebre per effetto della sofferenza costante del colon. Lo squilibrio anteriore della testa sposta il peso del corpo in avanti, modificando l’appoggio sotto la pianta dei piedi determinando dei possibili dolori alla base delle dita (metatarsalgie). Le ragioni per cui il dolore di un viscere si trasmette sul sistema scheletrico possono essere molte, ma la più intuitiva ha una origine meccanica. I visceri sono ancorati su diverse zone della colonna vertebrale. Tra queste troviamo la colonna cervicale alta (occipite), la zona tra colonna cervicale bassa e prime vertebre dorsali (praticamente all’altezza delle spalle), come anche il passaggio tra le ultime vertebre dorsali e le prime lombari (più o meno a livello dei reni). Nel momento in cui queste zone di inserzione subiscono la tensione dipendente da un problema legato agli organi interni, si instaura una condizione di eccessivo carico funzionale. Al persistere della malattia a carico di uno o più visceri, si trasmette alla colonna una sensazione di rigidità costante in tutto l’arco della giornata ed anche un dolore stabile indipendente dal movimento. Ed ecco, quindi, che quel terribile dolore alle spalle o del dorso non dipende esclusivamente dalle articolazioni, ma è il risultato della forte trazione a cui queste zone sono sottoposte a causa dell’infiammazione costante, ad esempio, del colon. Quindi il sistema muscolo-scheletrico non si adatta soltanto a dolori muscolari o radicolari, ma anche ai dolori viscerali. Si può soffrire di patologie che trasmettono una sensazione di dolore, come l’ulcera gastrica o la famosa colite (Sindrome del colon irritabile), oppure affezioni epatiche che evidentemente ci costringono ad una posizione di compenso. Ci si piega in avanti per chiudersi sull’addome per non sentire dolore e per cercare una posizione che dia sollievo. Normalmente non ci rendiamo conto dell’adattamento del nostro corpo, in quanto è molto lento e progressivo fino al momento in cui si cominciano a sentire dolori lungo la colonna senza una reale causa apparente. La colonna vertebrale comincia a cambiare aspetto spostando la testa in avanti, aumentando o appiattendo la curva dorsale, o spesso rettificando la colonna lombare. Questi adattamenti sono in realtà il tentativo, fin quando possibile, da parte del nostro corpo di trovare una posizione confortevole senza percepire le tensioni interne indotte dalla patologia di organi, come il colon, lo stomaco oppure il fegato. Il costante stress meccanico, cui le diverse zone della colonna sono sottoposte, instaura una patologia da sovraccarico funzionale. Vuol dire che queste zone devono sopportare carichi maggiori in posizioni in cui le articolazioni non si muovono liberamente. Si può quindi andare incontro a discopatie, dolori articolari e anche radicoliti come, ad esempio, la cervico-brachialgia ossia il dolore cervicale che si estende ad un braccio con la sensazione di formicolio alle dita della mano. La conoscenza e consapevolezza di queste dinamiche è di fondamentale importanza, in quanto la cura cambia in funzione della causa primaria del dolore. Affidarsi soltanto alla terapia manuale (fisioterapia) sulla colonna vertebrale per trovare sollievo non è sufficiente perché si rischierebbe di trattare la conseguenza e non la causa. Si deve intervenire in primis sulla cura degli organi sofferenti facendo riferimento ai vari medici specialisti. Soltanto dopo si può trovare una risposta positiva e benefica ai dolori del rachide. In tal senso, un aiuto efficace può essere offerto anche dall’osteopatia che prevede il trattamento delle zone degli organi sofferenti, con l’obiettivo di diminuire la tensione fasciale che grava sulla colonna. Sono delle manovre che vengono effettuate sull’addome del paziente. Questi trattamenti, inoltre, migliorano la vascolarizzazione locale e determinano anche un effetto indiretto per il miglioramento della funzionalità degli organi stessi. A causa di queste influenze reciproche tra corpo e visceri è possibile migliorare le dinamiche viscerali influenzando disfunzioni locali come la difficoltà digestiva (dispepsia), il meteorismo e la costipazione, e determinando contemporaneamente la mobilità della colonna vertebrale. Esiste poi un altro tipo di dolore espressione della patologia di ogni organo che però ha soltanto utilità diagnostica. Le vie sensitive del dolore degli organi interni sono le stesse di alcuni muscoli del nostro corpo. Quando un organo s’infiamma o soffre comunque di una patologia, il dolore viene percepito su alcune zone specifiche del nostro corpo. Ad ogni organo corrisponde un’area di dolore specifica. Il dolore del colon si sente a fascia a livello della colonna lombare. Il dolore della colica renale si percepisce leggermente più in alto. Il dolore che parte dal fegato lo si percepisce sulle costole o sulla spalla destra. Il dolore cardiaco si avverte sulla spalla e sul braccio di sinistra. Queste sono chiamate “zone di Head” ed esiste una mappa topografica che identifica sul nostro corpo le diverse zone su cui i vari organi inviano impulsi dolorosi. Quanto detto mette in relazione i diversi sistemi del corpo umano, evidenziando in modo sempre più chiaro l’unicità della sua fisiologia contro la frammentazione con cui siamo sempre abituati a confrontarci. Quindi, avere cura degli organi interni determina degli effetti positivi immediati su tutto il corpo. La prima attenzione deve essere mirata ad una corretta e sana alimentazione. L’attività fisica, compreso il camminare, aiuta molto la fisiologia intestinale oltre che a mantenere una buona mobilità delle articolazioni. Può essere d’aiuto iniziare la giornata effettuando dei massaggi molto leggeri sull’addome. La progressione deve essere molto lenta ed in senso orario. In questo modo si stimola la mobilità intestinale (peristalsi) e si migliora la circolazione arteriosa e venosa di tutto l’intestino. Si avrà inoltre anche un effetto benefico sulla tensione del sistema fasciale a favore della libertà dei movimenti del sistema muscolo-scheletrico.

Zone di Head

sono le aree di dolore alle quali corrispondono specifici organi.

L’osteopatia

tratta le zone degli organi sofferenti diminuendo la tensione fasciale della colonna.

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