Quante volte ci è successo di doverci sedere durante una passeggiata e doverci togliere le scarpe perché i piedi facevano un male terribile? Quindi, massaggiarci i piedi per cercare di trovare sollievo, per poi calzare di nuovo quelle trappole strette e cercare di tornare a casa. Pensiamo, invece, alle volte in cui abbiamo goduto di quelle piacevoli passeggiate a piedi nudi sulla battigia di una spiaggia in una giornata di sole, oppure su di un rigoglioso prato inglese appena tosato. L’utilizzo delle calzature ha inibito la percezione del mondo esterno attraverso i piedi. Le piante dei piedi sono organi di senso disseminati di tanti piccoli recettori. Li possiamo paragonare alla sensibilità e percezione del mondo esterno che abbiamo con le nostre mani. Ma quante volte ci siamo soffermati a percepire le sensazioni che arrivano dal camminare a piedi nudi? È una sensazione piacevole oppure è una sensazione fastidiosa, in quanto l’appoggio procura dolore? Immaginiamo, ad esempio, di dover utilizzare dei guanti di cuoio rigido per le mani. Oltre a perdere completamente la sensibilità tattile, inizieremmo lentamente ad avere dolori a causa della immobilità a cui costringeremmo tutte le piccole articolazioni delle mani. Questo è ciò che succede ai nostri piedi, ma di cui normalmente non ci rendiamo conto e non siamo consapevoli Siamo ovviamente costretti ad indossare calzature, ma quantomeno queste devono essere larghe, morbide, flessibili e confortevoli. La moda, tra l’altro, ci costringe sempre all’utilizzo di tacchi vertiginosi, trascurando spesso la comodità. Pensiamo un momento al fatto che l’uomo nasce a piedi nudi e che Madre Natura ci ha progettati nei millenni per articolare i piedi senza l’ausilio di calzature. Il piede è formato da 26 ossa e tutte devono rispettare un equilibrio armonico per garantire una corretta distribuzione del peso ed un’adeguata capacità di spinta nelle fasi del passo. Mentre nella cultura orientale i piedi hanno sempre beneficiato di un’estrema considerazione, in quella occidentale sono stati sempre trascurati. In Oriente, invece, nonostante per qualche secolo ci sia stata l’usanza di fasciare i piedi, in quanto si riteneva che il piede piccolo fosse segno di eleganza e nobiltà, esiste da migliaia di anni la cultura del piede. È questo il caso della riflessologia plantare. Questa disciplina nasce intorno al 5.000 a.C. con la convinzione che ogni zona della pianta dei piedi corrisponda ad organi e sistemi del corpo umano. L’osservazione empirica ha codificato vere e proprie mappe delle piante dei piedi in relazione con gli organi interni, aree la cui stimolazione può indurre effetti benefici a distanza. Si può vedere anche nel bellissimo film Lanterne rosse, del regista Zhang Yimou, quanto in Cina il massaggio dei piedi fosse considerato importante nella cura del corpo. I piedi sono costituiti da archi e volte che hanno la funzione di garantire un’assoluta stabilità e una grande mobilità. La stabilità è fondamentale, visto il peso cui i piedi sono sottoposti e la mobilità è altrettanto importante poiché la pianta dei piedi si deve adattare a qualsiasi asperità del terreno. I piedi funzionano per il nostro corpo esattamente come gli ammortizzatori per le macchine. Gli archi e le volte scompongono i carichi proprio come succede nell’arco romano, dove troviamo come fulcro una “chiave di volta”. Questa particolare architettura evita di sottoporre ad eccessivo stress le articolazioni delle ginocchia, delle anche, del bacino e della colonna lombosacrale. Fino all’età di circa sei anni le volte dei piedi non sono ancora completamente formate. Il bambino, fino a questo periodo di crescita, conserva quindi un “piattismo” fisiologico. Le normali volte plantari si formeranno in modo adeguato tra i 5 ed i 6 anni, con lo sviluppo dei muscoli antigravitari degli arti inferiori e della colonna. Quando camminiamo, il piede poggia prima sul bordo esterno del tallone per poi passare in appoggio completo su tutta la pianta. Quindi, termina con la fase di spinta che avviene dall’alluce (per la precisione sotto il primo metatarso). In questo passaggio il piede compie un movimento elicoidale (di arrotolamento e srotolamento), per il quale è necessaria un’adeguata elasticità di tutte le strutture che lo costituiscono. La diminuzione di mobilità di una o più parti del piede comporta un sovraccarico di altre articolazioni più mobili, generando nel tempo dei dolori articolari. Le zone più soggette a dolori sono prevalentemente il calcagno, che può soffrire di talloniti o di “spine” calcaneari, oppure l’alluce che può avere una deformazione dell’asse articolare diventando “valgo”. Un corretto equilibrio morfologico del piede è di estrema importanza per garantire una buona circolazione degli arti inferiori e di tutto il corpo. L’appoggio del piede ad ogni passo determina un effetto pompa che permette il ritorno del sangue venoso verso l’alto. È un sistema integrato con una buona funzionalità cardiaca che consente di far defluire in modo adeguato il sangue venoso verso la circolazione epatica e polmonare. Normalmente vengono consigliate calzature con un tacco di circa 4-5 centimetri. Questo consiglio è fondato, ma in realtà è una necessità indotta dal fatto che usiamo da sempre scarpe con tacco. Facciamo un piccolo salto indietro. Se nasciamo senza scarpe è perché da un punto di vista meccanico il piede deve avere appoggio su un piano orizzontale. La necessità di usare i tacchi nasce dal fatto che i muscoli degli arti inferiori perdono lunghezza ed elasticità in rapporto alla consuetudine di indossare scarpe proprio con i tacchi. A questo punto, togliere completamente altezza sotto il tallone produrrebbe un risentimento diretto sulla colonna lombare, poiché i muscoli delle gambe non elastici sovraccaricano direttamente il bacino, le anche e la colonna lombare: condizione che provoca col tempo fastidiose lombalgie. In tal senso è consigliabile eseguire degli esercizi di allungamento muscolare, dapprima con l’ausilio di personale specializzato (fisioterapisti), poi da soli a casa o in palestra. I muscoli elastici lasciano al bacino e alla colonna la libertà di muoversi senza resistenza evitando qualsiasi dolore. Si possono calzare scarpe con i tacchi ma non oltre i 7 centimetri e, comunque, è preferibile usare soprattutto scarpe con tacco basso. Non bisogna dimenticare che i tacchi alti, portati in modo costante, determinano uno squilibrio dei carichi verso l’avampiede, favorendo una dolorosa deviazione articolare del piede, meglio conosciuta come “alluce valgo”. Prendersi cura in modo costante dei piedi facendosi (o ancor meglio, facendosi fare!) dei massaggi, anche tutte le sere, per alleviare il peso e la stanchezza della giornata, è una buona abitudine. Ogni occasione, poi, è buona per lasciare i piedi liberi dalle calzature e, compatibilmente con il dolore, camminare scalzi.
dei propri piedi è bene. Magari con un massaggio che allevia dolori e tensioni.
L’altezza massima non dovrebbe mai superare i 7 centimetri.
Sono il calcagno, soggetto a talloniti, e l’alluce che può deformarsi diventando “valgo”.
su un folto prato o lungo una battigia è una sana e piacevole abitudine.
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