STRETCHING: L’IMPORTANZA DELL’ELASTICITÀ

Aprire e chiudere una sessione di allenamento con lo stretching, rende l’attività sportiva più proficua e il fisico più preparato. Senza contare che ne esistono di due tipi: “passivo” e “attivo”. Il primo sfrutta le proprietà elastiche del rivestimento muscolare, il secondo agisce a livello delle cellule del tessuto

La rigidità muscolare è una delle maggiori cause dei dolori articolari. È proprio la mancanza di elasticità a rappresentare, insieme alla forza di gravità e quindi al peso del nostro corpo, uno dei principali fattori che determinano la sofferenza delle articolazioni e delle strutture annesse a queste (come le capsule, i legamenti, i menischi). I muscoli troppo rigidi limitano i movimenti aumentando la tensione intrarticolare e portando all’insorgere di processi artrosici precoci. Per prevenire o curare i dolori muscolo-scheletrici è dunque di fondamentale importanza essere “elastici”. Lo stretching, ossia l’ “allungamento muscolare”, attraverso esercizi di messa in tensione dei muscoli e delle fasce, permette di migliorare la mobilità generale del corpo e di limitare il sovraccarico di tutto il sistema muscolo-scheletrico (soprattutto quando il corpo vive già una condizione di squilibrio). Migliora, inoltre, la vascolarizzazione e, indirettamente, la mobilità e la funzionalità viscerale. Il nostro corpo è composto sia da muscoli a prevalente funzione dinamica (ossia, preposti al movimento come gli addominali o i muscoli anteriori delle cosce) che da muscoli a prevalente funzione statica (antigravitaria), come quelli della colonna vertebrale, quelli posteriori delle gambe e quelli superiori delle spalle. Questi ultimi (della statica) sono muscoli con una maggiore propensione alla rigidità e quindi alla “restrizione del movimento”. Questa rigidità è spesso causa di dolori articolari e/o muscolari come lombalgie, lombosciatalgie, cervicalgia e cervicobrachialgie. L’allungamento muscolare permette a questi muscoli di restare elastici e consente inoltre, di mantenere liberi i movimenti. Quando stiamo seduti molto tempo, questi muscoli restano “corti”. Questo accorciamento muscolare porta le articolazioni a soffrire di più. Inoltre, la sedentarietà diminuisce la produzione di “liquido sinoviale” che, prodotto all’interno delle articolazioni, è necessario al nutrimento della cartilagine e favorisce, grazie alla sua elevata viscosità, lo scivolamento delle superfici articolari. Poco movimento e rigidità vogliono dire anche minore circolazione arteriosa (quindi un minore nutrimento per tutte le cellule del corpo umano), minor ritorno venoso (vale a dire minore eliminazione dei prodotti di scarto del metabolismo cellulare) e minore circolazione linfatica. Lo sport aiuta a combattere la sedentarietà e a mantenere attivo il sistema muscolo-scheletrico. Ma anche lo sport può avere delle controindicazioni. I muscoli troppo forti o troppo allenati, se non sufficientemente elastici, perdono “forza esplosiva” (ossia, quella che serve per calciare un pallone o per correre velocemente) e, quindi, riducono la stessa prestazione sportiva. È importante per chi pratica attività sportiva effettuare esercizi di allungamento muscolare durante la seduta di allenamento, possibilmente sia all’inizio che alla fine. Esiste sia lo stretching “passivo” che quello “attivo”. Il primo sfrutta un coefficiente di elasticità proprio dei muscoli e porta principalmente in tensione, ossia in allungamento, più che altro il rivestimento esterno dei muscoli (perimisio). Il secondo, invece, riesce ad agire sul muscolo più in profondità, fino a livello delle singole cellule muscolari (miofibrille), come dimostrato da ricerche scientifiche effettuate nell’ambito della Rieducazione Posturale. Il primo solitamente è un allungamento settoriale, mentre il secondo è globale, nel senso che gli esercizi mirano ad allungare contemporaneamente tutti i muscoli vittime di rigidità, con particolare attenzione alla corretta morfologia generale dell’individuo. I benefici dello stretching sono quindi articolari, vascolari, respiratori, muscolari, fasciali, metabolici e viscerali. Inoltre, è utile anche per prevenire l’insorgenza dei crampi. L’allungamento muscolare deve essere praticato da tutti, a qualsiasi età. È preventivo nel bambino e nell’adolescente, ma è anche curativo nell’adulto. La pratica dovrebbe essere possibilmente quotidiana. Una buona abitudine è quella di fare stretching la mattina appena alzati, per riprendere elasticità dopo l’immobilità notturna, e la sera, per eliminare tutte le tensioni accumulate durante la giornata. Gli esercizi di allungamento sono utili a tutti al fine di mantenere una condizione di benessere, ma sono particolarmente vantaggiosi a chi soffre di patologie muscolo-scheletriche per ripristinare un’armonia strutturale sicuramente perduta. Esistono corsi di stretching in tutte le palestre, ma è raccomandabile essere seguiti da personale altamente specializzato, perché forzare troppo su una struttura rigida può comportare l’insorgenza di dolori mio-tendinei ed articolari. Ci sono diverse scuole che hanno approfondito le metodiche di allungamento muscolare. Una tra le più valide è quella di Rieducazione Posturale Globale (RPG), che si basa sugli insegnamenti del professor P. E. Souchard. In caso di dolori è, comunque, opportuno rivolgersi ad uno specialista per stabilire un piano di riequilibrio strutturale e di allungamenti muscolari specifici in base alla propria struttura e morfologia.

Mal di schiena

per prevenirlo lo stretching è l’ideale, grazie al rilassamento della muscolatura lombare.

Dolore

se presente è sempre opportuno affidarsi prima alle cure di un esperto riabilitatore.

Pochi minuti

sono sufficienti la mattina, appena alzati, per sciogliere la rigidità accumulata nel sonno.

ALCUNI ESERCIZI UTILI Pochi minuti al giorno per riconquistare flessibilità

  1. In posizione supina portare alternativamente un ginocchio flesso per volta verso la spalla opposta e mantenere la posizione per 15-20 secondi;
  2. portare, poi, entrambe le ginocchia flesse verso il torace, mantenendo la posizione per 15-20 secondi;
  3. sempre da supini con le braccia aperte a 90°, tenere le ginocchia piegate e ruotare le gambe verso destra e verso sinistra. Contemporaneamente girare la testa verso il lato opposto delle ginocchia. Il tutto va  seguito molto lentamente e ripetuto per 10-15 volte;
  4. un esercizio di Rieducazione Posturale Globale è quello di stare distesi con la colonna ben poggiata a terra, dall’occipite fino al sacro, e portare le gambe in alto fino a formare con il bacino un angolo di circa 100° poggiando i talloni su una parete. Espirare profondamente e lentamente e, partendo con le ginocchia leggermente piegate, estenderle lentamente e progressivamente fino ad arrivare, a fine esercizio, ad avere le ginocchia completamente estese e la colonna sempre ben poggiata a terra. Questo esercizio deve durare almeno 10 minuti.

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