Il segreto di una corretta postura? CONSAPEVOLEZZA E COSTANZA

Il corpo richiede attenzione anche quando non è in movimento. Come durante le ore trascorse al computer. Poche regole possono salvarci la schiena: l’importante è abituarsi ad un atteggiamento corretto

L’evoluzione della specie ha impiegato millenni perché l’Homo diventasse Erectus. E soltanto altri 40 anni per diventare Sedutus. Fermo restando il fatto che la biomeccanica dell’essere umano è conformata per assolvere nel modo più performante possibile alla funzione del movimento e del dinamismo, dobbiamo comunque confrontarci con la realtà della scrivania e, in particolare, di quest’ultima in rapporto all’utilizzo del computer. Un concetto da tener sempre presente è che “la vita è movimento e il movimento è vita”, ed è sempre opportuno concedersi del tempo da dedicare all’attività motoria, anche il solo camminare. Dopo questo doveroso antefatto, vanno chiariti alcuni peculiari aspetti del controllo “consapevole” della posizione corretta del nostro corpo rispetto al piano di lavoro della scrivania e di come dobbiamo stare seduti al computer. Dico “consapevole” perché il mantenimento della postura corretta è sempre frutto di un atto volontario. L’automatismo (involontario) della postura corretta non esiste, in quanto il sistema muscolo-scheletrico tende sempre ad abbandonarsi alla forza di gravità per il principio del maggior risparmio energetico possibile che il corpo attua in tutte le situazioni. Il vero automatismo è, invece, l’abitudine a posizionarsi sempre in modo corretto, mantenendo poi sempre il controllo della posizione. La sedia deve avere una altezza da terra tale da permettere di tenere i piedi ben poggiati sul pavimento. Sarebbe quindi opportuno avere a disposizione una sedia regolabile in altezza. Il bacino deve essere posizionato il più indietro possibile sulla seduta della sedia, in modo tale da avere un appoggio completo delle cosce sulla sedia fino a toccare, con la colonna e il bacino stesso, lo schienale della stessa. Si deve avere la percezione di poggiare su due ossa (le cosiddette tuberosità ischiatiche) che si trovano sotto il bacino, in profondità, ricoperte dai glutei. Dobbiamo immaginarle come se fossero i piedi del tronco in posizione seduta. La colonna deve essere mantenuta in posizione eretta (come se si dovesse cercare di crescere di 1 centimetro), in appoggio sullo schienale. L’altezza del tavolo deve essere tale da permettere di poggiare comodamente i gomiti sul piano di lavoro e quindi la tastiera leggermente distante da noi, in modo tale da poter muovere le mani in modo naturale e non forzato. Spesso, il ripiano estraibile per la tastiera dei tavoli studiati appositamente per il computer, non offre la possibilità di poggiare correttamente e comodamente i gomiti. Questo vuol dire che la sospensione delle braccia e delle mani, per l’utilizzo del mouse e della tastiera, deve essere sostenuta esclusivamente dai muscoli superiori delle spalle. La conseguenza diretta è un costante e progressivo sovraccarico della colonna cervicale e dorsale, nonché delle spalle stesse. Quindi: gomiti e polsi sempre in appoggio. L’appoggio dei gomiti è molto importante in quanto il mouse deve essere manovrato soltanto con il polso, mentre l’avambraccio deve essere completamente poggiato sul tavolo. Il gomito non deve essere, come a volte capita di vedere, sospeso in aria, perché nel tempo possono strutturarsi delle tensioni muscolari che possono procurare dolori all’arto superiore (tipo epicondilite), alla spalla (tipo sindrome da conflitto a carico del tendine del sovraspinoso), e alla colonna cervicale, con possibili cervico-brachialgie. Altra condizione importante è il posizionamento dello schermo del computer. Quest’ultimo deve essere evidentemente frontale rispetto al nostro assetto e, inoltre, deve trovarsi all’altezza degli occhi in modo tale da non dover guardare verso il basso portando, quindi, la colonna cervicale in inversione di curva (può essere sufficiente posizionare dei libri sotto lo schermo per poterlo rialzare). Inoltre, per non stancare o sovraccaricare troppo la vista, è opportuno posizionare lo schermo ad almeno 60-70 centimetri di distanza dagli occhi. Esistono nel nostro corpo, a livello inguinale e dietro le ginocchia, delle zone di passaggio di strutture vascolo-nervose che, in una prolungata posizione seduta, possono entrare in sofferenza. Queste zone, se compresse a lungo, possono provocare stasi venosa e linfatica agli arti inferiori e, quindi, conseguente gonfiore ai piedi e alle caviglie. È importante, dunque, alzarsi e fare qualche passo a intervalli di tempo regolari, possibilmente senza superare l’ora in posizione seduta. È oltremodo importante, sempre per prevenire stasi agli arti, non accavallare le gambe per periodi di tempo prolungati. Come per tutte le posizioni mantenute per lungo tempo è consigliabile, prima e dopo, effettuare esercizi di allungamento dei muscoli della colonna e degli arti inferiori, in modo tale da evitare a quest’ultimi di restare rigidi e corti. Ribadisco il concetto iniziale: “Il movimento è vita”. È importante riuscire, sempre e comunque, a trovare del tempo per fare dello sport leggero all’aria aperta o, perlomeno, una bella passeggiata di almeno 45-60 minuti senza mai fermarsi.

È importante

abituarsi ad una posizione seduta corretta: piedi ben piantati a terra, bacino ben accostato alla seduta della sedia e colonna eretta.

Per evitare

un sovraccarico della colonna cervicale, dorsale e delle spalle, i gomiti devono sempre poggiare comodamente sul piano di lavoro.

Per non affaticare

troppo la vista, è opportuno posizionare lo schermo ad almeno 60-70 centimetri di distanza dagli occhi.

Ogni giorno

sarebbe importante dedicare 45-60 minuti del proprio tempo per fare una passeggiata all’aria aperta, senza fermarsi.

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