L'ARTROSI? MEGLIO DI UN BOLLETTINO METEO

Gonfiore, rigidità e dolore, sintomi che tendono a peggiorare in caso di maltempo. Il collegamento tra condizioni climatiche e artrosi è risaputo, ma pochi sanno che colpisce in particolar modo le donne.

È curioso sentire i nostri genitori (o anche noi stessi) predire quale tempo farà il giorno dopo senza aver ascoltato il bollettino meteorologico o addirittura, e sempre a ragione, confutarlo. Non è un colpo di fortuna, ma la familiarità con i propri dolori. Nei pazienti con dolore cronico- articolare i dolori compaiono o si acutizzano quando peggiora il tempo e la pressione atmosferica si abbassa. Siamo tutti metereopatici, perché nelle articolazioni abbiamo una pressione interna che risente del cambiamento del tempo procurandoci dolori articolari. Questi aumentano quando il tempo è in peggioramento, mentre migliorano quando il barometro indica alta pressione. Ciò spiega, ad esempio, quei dolori di cui possono soffrire gli scalatori che raggiungono alte quote o i subacquei che non rispettano le tappe di decompressione. Coloro che risentono di questi cambiamenti sono in particolare le persone affette da osteoartrosi, una malattia di tipo cronico- degenerativo che colpisce le articolazioni e, in particolare, quelle sottoposte a carico come la colonna vertebrale, l’anca, il ginocchio, i piedi. Ma spesso vengono colpite anche le mani. Sovrappeso, sedentarietà e traumi articolari sono i principali fattori per l’instaurazione del processo artrosico. Eppure non tutte le artrosi sono uguali. Esiste una forma “primaria” che colpisce prevalentemente le donne con un rapporto di 4:1 rispetto agli uomini. Questa ha una origine genetica che determina un’alterazione delle componenti osteo-cartilaginee dell’articolazione. Esiste, poi, un’artrosi “secondaria” derivante da traumi, microtraumi ripetuti, alterazione dei carichi e del baricentro a causa di posizioni scorrette mantenute nel tempo o per scoliosi che colpisce anch’essa prevalentemente il sesso femminile, ma con un rapporto di 2:1 rispetto al sesso maschile. È una delle cause più comuni di disturbi dolorosi. Colpisce l’80% degli anziani (sopra i 65 anni) e circa il 20% degli individui in età lavorativa (tra i 20 ed i 60 anni). I lavori più usuranti, e quindi più soggetti al rischio artrosico, sono quelli dove si sta molto tempo in piedi muovendosi poco (ad esempio, i commercianti) e questo è dovuto al fatto che le articolazioni subiscono un carico costante, sempre nelle stesse aree, portando ad una erosione precoce delle superfici cartilaginee. Lo stesso vale per chi passa molte ore seduto in macchina o alla scrivania, perché la colonna vertebrale subisce il carico direttamente sui dischi intervertebrali. La diminuzione dello spessore del disco tra le vertebre determina un aumento della tensione delle capsule articolari delle vertebre vicine causando l’insorgenza del dolore. È una malattia vera e propria caratterizzata dall’alterazione della struttura cellulare della cartilagine articolare. All’esame radiografico si evidenziano delle cavità della superficie articolare dell’osso (le cosiddette cavità geodiche); poi delle calcificazioni ai margini delle articolazioni o nei punti di inserzione di tendini e legamenti (osteofiti); ed, infine, un restringimento dell’interlinea articolare (dovuto alla diminuzione dello spessore della cartilagine delle articolazioni) particolarmente evidente nei punti dell’articolazione sottoposti a maggiore stress meccanico. I sintomi che affliggono le articolazioni colpite sono il dolore, la limitazione del movimento, la rigidità. L’articolazione nelle fasi più avanzate si presenta spesso deformata, gonfia e calda per reazione infiammatoria all’erosione delle superfici articolari. Il farmaco più indicato nella cura dei sintomi dell’artrosi è il paracetamolo, mentre i Fans (Farmaci Antiflogistici Non Steroidei), possono essere necessari nelle forme più gravi. Danno sollievo articolare anche le infiltrazioni di acido ialuronico che evitano l’assunzione di farmaci. Questo acido è una molecola già presente nel tessuto connettivo del corpo umano e contribuisce a dare viscosità alla superficie articolare. L’ultima spiaggia è l’intervento chirurgico di artroprotesi. L’osteoartrosi colpisce circa 4 milioni di italiani e porta spesso all’invalidità. Un’analisi del 1994 ha rilevato che il costo sociale per l’assistenza di soggetti affetti era all’epoca di circa 11mila miliardi delle vecchie lire. Considerando l’invecchiamento demografico che caratterizza la popolazione italiana negli ultimi decenni, queste stime sono ovviamente in costante aumento esponenziale. La disabilità conseguente alla patologia artrosica può comportare una riduzione della capacità lavorativa del 20% per gli uomini e del 25% per le donne. Alla luce di questi dati è facilmente intuibile quale posto di rilievo prenda l’aspetto della prevenzione. Non dimenticate mai di praticare esercizio fisico, possibilmente a corpo libero, evitando i pesi. Il ballo, ad esempio, è una tra le migliori forme di ginnastica da praticare, tra l’altro divertendosi. La prevenzione migliore è costituita da idonei trattamenti fisioterapici, come la “rieducazione posturale” (preferibilmente individuale), che mira a mantenere un corretto equilibrio morfologico e un’adeguata elasticità muscolare. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che la terapia manuale determina un miglioramento della sintomatologia e della qualità della vita rispetto a quello indotto dalla semplice attività fisica. È sempre e comunque importante camminare, in quanto il movimento stimola la produzione di liquido sinoviale all’interno delle articolazioni, un liquido che serve a lubrificare diminuendo l’attrito e la compressione durante il movimento.

Cause & concause

L’artrosi “secondaria” può essere generata anche da un’alterazione dei carichi del baricentro dovuta a posture scorrette.

4 a 1

È il rapporto di incidenza dell’artrosi tra i diversi sessi. La “primaria” colpisce infatti 4 donne per ogni uomo.

Alle ginocchia...

Punti come questi sono sottoposti a maggiore stress meccanico e quindi più predisposti a patologie artrosiche.

... e alle mani

Spesso vengono colpite da processo artrosico con conseguenti deformazioni, limitazioni dei movimenti e dolore diffuso.

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