LA TEORIA DELL’EVOLUZIONE dell’uomo, che ci vuole inizialmente quadrupedi, attribuisce agli arti superiori la funzione primaria della locomozione. L’interpretazione dell’anatomia comparata con il mondo animale evidenzia una disposizione biomeccanica del sistema muscolo-scheletrico di spalle e braccia ancora legata ad uno schema da quadrupedi, ma adattatasi nel tempo alla stazione eretta. Le braccia, e in particolare le mani, sono un vero e proprio miracolo di ingegneria biomeccanica specializzata che differenzia e caratterizza l’uomo rispetto a tutti gli altri esseri viventi. Le mani sono prensili e l’opponibilità del pollice ha consentito all’uomo (sin dall’Australopiteco) un balzo enorme in avanti sul piano evoluzionistico rispetto a tutto il mondo animale. Come per tutti i sistemi meccanici una leva, per muoversi e per esprimere la forza, ha bisogno di un fulcro. Il fulcro prossimale delle braccia sono le spalle, ma queste prendono stabilità sempre dalla colonna vertebrale. Si torna costantemente all’importanza dell’unione di due concetti, apparentemente in antitesi, della colonna vertebrale di “stabilità” e di “mobilità”. In particolare, la colonna dorsale è l’elemento fortemente stabilizzante per la dinamica degli arti superiori. La buona salute delle braccia dipende sempre da una buona morfologia ed armonia del tratto della colonna cervico-dorsale. I plessi dei nervi che vanno alle spalle e agli arti superiori partono proprio dalle ultime vertebre cervicali e dalle prime vertebre dorsali. Tutte le informazioni motorie, sensitive e di nutrimento (trofiche) percorrono questi binari per cui, in caso di patologia delle spalle, delle braccia e delle mani, si deve sempre verificare primariamente lo stato di buona salute della colonna vertebrale. Le patologie di arto superiore vanno dalla disfunzione di spalla (dove la più frequente è la sindrome da conflitto scapolo-omerale) a quella del gomito (come per l’epicondilite e l’epitrocleite), da quella del polso (come per il tunnel carpale) fino alla mano (come per il Dupuytren e per l’artrosi del pollice e delle altre dita). La spalla costituisce un complesso sistema dove la superficie articolare è molto ridotta rispetto alla sua notevole ampiezza di movimento. È il corretto equilibrio tra tutti i muscoli a determinare l’efficienza e funzionalità di questo snodo. I muscoli si stabilizzano e bilanciano reciprocamente per mantenere sempre centrato il rapporto tra la scapola e l’omero, come in un’orchestra magistralmente diretta dal sistema nervoso centrale e periferico. Una scoliosi come un dorso curvo spostano il rapporto tra il torace, la scapola e l’omero modificando le tensioni tra i muscoli della spalla. Questa condizione patologica porta il sistema verso una concentrazione eccessiva di forze che insiste soltanto su alcune zone più deboli della spalla, con il risultato di creare nel tempo i presupposti per una condizione di sofferenza acuta e poi cronica. Il gomito è un’articolazione intermedia dell’arto superiore costretta a compensare gli squilibri tra spalla e mano, per colpa dei quali può andare incontro a tendinopatie inserzionali (come l’epicondilite, o gomito del tennista, e l’epitrocleite) molto fastidiose e lunghe a risolversi se non attraverso il riequilibrio di tutto l’arto superiore e della colonna vertebrale. Per quanto riguarda le mani un’affezione molto frequente è rappresentata da una condizione in cui il trofismo del tessuto connettivo (guaine ed aponeurosi) è alterato a tal punto che i tessuti sottocutanei vanno incontro a fibrosi, rendendo più difficile ed a volte doloroso aprire le mani (malattia di Dupuytren). È utile, in questo caso, una diagnosi precoce per cercare di contrastare questo processo, restituendo alle mani una migliore mobilità. Alcune tecniche riabilitative di terapia manuale, che agiscono sul tessuto connettivo e fasciale, possono essere efficaci soprattutto nella fase iniziale della malattia. Le stesse tecniche possono aiutare in caso di comparsa di piccole cisti tendinee o nelle fasi iniziali di artrosi delle articolazioni delle dita delle mani.
La medicina orientale lega tra loro organi interni ed emozioni. Lungo il braccio decorre un meridiano che passa per il cuore ed è legato all’intestino tenue. Il cuore è legato al timo e, quindi, al controllo del sistema immunitario, ed emozioni come rabbia e dolore inibiscono le difese. È interessante anche lo studio delle biotipologie nell’analisi profonda di ognuno di noi, contrapponendo la morfologia dei soggetti chiusi ed introversi rispetto ai biotipi aperti e generosi.
Alla luce delle attuali conoscenze biomeccaniche la chirurgia cerca di intervenire sempre meno come prima possibilità. Soltanto dopo che le terapie conservative, come quelle riabilitative e farmacologiche, non hanno portato alla risoluzione del problema, si può ipotizzare la strada chirurgica. La tecnologia avanzatissima offre oggi apparecchiature mini invasive in artroscopia, anche per i difficili interventi della mano.
Le sollecitazioni alle quali è sottoposto il gomito di un tennista o di un giocatore di golf devono essere adeguatamente assorbite dalle spalle.
MUSCOLI TONICI ED ELASTICI
Anche sport come la pallavolo e il nuoto utilizzano come strumento fondamentale l’arto superiore. La precisione e la forza del gesto tecnico dipendono direttamente dalla stabilità dei fulcri prossimali che sono la colonna vertebrale e le spalle. La loro muscolatura deve essere tonica, trofica, armonica ed elastica per poter restituire forza esplosiva. Le sollecitazioni alle quali è sottoposto il gomito di un tennista o di un giocatore di golf devono essere adeguatamente assorbite dalle spalle in armonia con il gesto dinamico equilibrato di tutto il corpo. Se questa dissipazione di forze non avviene, si creano le basi per l’insorgenza di una condizione patologica.
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