IL TORACE è un sistema complesso che deve combinare due aspetti molto importanti: la resistenza e la mobilità. La resistenza e la protezione sono garantite da 12 vertebre, 24 costole, lo sterno, le clavicole e le scapole. La mobilità di queste ossa è data da tanti piccoli muscoli disposti su piani profondi e superficiali, situati lungo tutta la colonna vertebrale e tra le costole. Più i muscoli sono piccoli, maggiore è la loro componente statica-antigravitaria. Sono muscoli che servono a stare in piedi, ma anche a respirare. L’elevazione delle costole permette l’espansione dei polmoni durante l’inspirazione, mentre l’espirazione normale è prevalentemente passiva grazie alla caduta delle costole. L’espansione del torace è garantita anche dall’azione di un muscolo molto importante del quale tutti abbiamo sempre sentito parlare: il diaframma. Durante l’inspirazione il diaframma - che divide come la pelle di un tamburo il torace dall’addome - si abbassa e si espande per aumentare il volume della gabbia toracica, mentre durante l’espirazione si rilascia per favorire l’abbassamento delle costole per l’eliminazione dell’anidride carbonica. Questo sistema pneumatico ha anche altre funzioni importanti, come la circolazione dei liquidi del nostro corpo (sangue venoso e sistema linfatico), grazie al continuo alternarsi delle pressioni interne tra addome e torace. Infatti, il muscolo diaframma presenta alcuni fori attraverso i quali decorrono l’aorta, la vena cava inferiore, l’esofago ed alcuni nervi molto importanti tra i quali il nervo vago, che controlla tutta la fisiologia degli organi interni. Aiuta, inoltre, la mobilità degli organi interni migliorandone la funzionalità. La grande resistenza alle sollecitazioni e ai traumi è data non soltanto dalle ossa, ma principalmente dalla trama del tessuto connettivo e fasciale che riveste tutto il nostro corpo e che è in grado di scomporre ed assorbire le forze esterne alle quali siamo soggetti. La frattura delle vertebre costituisce uno dei motivi più frequenti di interventi chirurgici del tratto dorsale della colonna vertebrale. Può essere per trauma diretto o per osteoporosi. Il dorso curvo o la scoliosi concentrano i carichi su una superficie ridotta dei corpi vertebrali, aumentando così il rischio di fratture. Nell’anziano con rarefazione della struttura dell’osso possono verificarsi dei crolli vertebrali con deformazione della vertebra a cuneo anteriore o laterale. La vertebroplastica è un intervento chirurgico che immette un materiale simile al cemento nel corpo della vertebra fratturata al fine di rinforzarla e stabilizzarla, ma anche di ridarle spessore evitando che le radici dei nervi ed il midollo spinale subiscano fenomeni compressivi spesso molto dolorosi. Il sistema di sospensione degli organi interni (stomaco, fegato, intestino, colon ed apparato urogenitale) si àncora sulle vertebre del passaggio cervico-dorsale e sulle vertebre medio-dorsali. Questo legame meccanico fa sì che le aderenze cicatriziali che conseguono agli interventi chirurgici dell’addome, oppure alle infezioni o infiammazioni degli organi interni (gastriti, reflusso gastro-esofageo, sindrome del colon irritabile, coliti, rettocolite ulcerosa, etc.) producano degli squilibri della colonna vertebrale. Soffrono particolarmente di dolori del tratto dorso-lombare della colonna vertebrale tutte quei soggetti che per lavoro sono costretti a stare in piedi per molte ore come, ad esempio, i commercianti, i parrucchieri, ma anche i militari che devono piantonare posti di guardia. È importante evidenziare che gli stati di ansia hanno un ruolo predominante per il loro legame diretto con i muscoli della respirazione. Come per tutti gli ambiti della medicina la prevenzione è la cura migliore. L’ipercifosi dorsale, ad esempio, spesso è ereditaria; per cui è consigliabile, soprattutto per i pazienti che abbiano altri casi in famiglia, sottoporsi ad una valutazione posturale anche in assenza di sintomi. La terapia manuale può prevenire o arrestare questa spiacevole evoluzione adattativa della colonna vertebrale.
Persino un intervento chirurgico del torace può favorire squilibri della colonna dorsale
QUANDO LE COSTOLE SI MUOVONO MALE
Lo squilibrio della colonna dorsale può derivare anche da interventi chirurgici del torace. Avviene, ad esempio, nelle condrosternotomie per interventi al cuore o alla zona del mediastino compresa tra i due polmoni dove decorrono l’esofago, la trachea, l’aorta toracica e i bronchi. Questi interventi possono determinare una diminuzione della mobilità delle costole e della colonna vertebrale. Al fine di evitare queste complicanze, è fondamentale intervenire subito con una corretta rieducazione della respirazione e della mobilità della colonna, per ristabilire quanto prima la corretta meccanica di tutti i sistemi articolari, muscolari e fasciali del torace.
I trattamenti riabilitativi di elezione per le patologie del torace sono la Rieducazione Posturale Globale, l’osteopatia e la chiropratica. Ma esistono anche altre metodiche che hanno come obiettivo primario il riequilibrio della mobilità della colonna vertebrale, come ad esempio il Feldenkrais (un metodo di auto-educazione basato sulla presa di consapevolezza dei propri movimenti) e le varie forme di ginnastica dolce.
Per i pazienti con patologie polmonari come le broncopneumopatie, le patologie asmatiche, quelle oncologiche e molte altre, è prioritaria per il successo terapeutico la rieducazione respiratoria. Centri specializzati in molti ospedali vedono il terapista affiancare il medico ed il chirurgo. Attraverso degli esercizi specifici si facilita, ad esempio, sia la mobilizzazione mirata di lobi polmonari ipoventilanti che l’espettorazione delle secrezioni.
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