LA COLONNA lombo-sacrale si trova al centro di un sistema di tensioni che la sottopongono sempre a dura prova e la costringono a dover trovare continuamente delle strategie di adattamento per garantire la mobilità e l’autonomia. Quando viene meno questa condizione di equilibrio, la colonna vertebrale perde la corretta morfologia alla ricerca di una nuova posizione più confortevole. L’adattamento è indispensabile per mantenere quanto possibile il baricentro all’interno della base di appoggio. Questo sistema di controllo variabile è una risorsa indispensabile per garantire, anche nelle colonne più scompensate, la possibilità di muoversi e di camminare. La centralità della linea di gravità del corpo conferisce l’equilibrio sia statico che dinamico. Questo adattamento ha però rò un caro prezzo da pagare, perché in tal modo si creano le basi per l’insorgenza delle tanto temute lombalgie. Alluci valghi, piedi piatti, ginocchia valghe, artrosi delle anche, dorso curvo sono solo alcune delle condizioni che sovraccaricano i dischi della colonna vertebrale. Gli squilibri meccanici degli arti inferiori e delle anche comportano un adattamento compressivo e torsionale delle vertebre lombari. Questo scompenso adattativo, mantenuto nel tempo, determina un processo irreversibile di rottura dei dischi intervertebrali favorendo la fuoriuscita di ernie discali. Tutto questo sta a significare che nella maggioranza dei casi le discopatie sono il sintomo e non la causa. Sono un campanello di allarme che segnala che il nostro corpo soffre per uno squilibrio posturale permanente che nel tempo logora la grande resistenza e capacità di adattamento della colonna vertebrale. La colonna lombare non teme soltanto le relazioni articolari ma è spesso vittima delle patologie del tratto gastro-intestinale. Le tensioni interne del nostro corpo sono determinate prevalentemente da sistemi non elastici come quelli legamentosi e quelli fasciali. Sono questi i tiranti ai quali sono sospesi tutti i nostri organi interni come ad esempio lo stomaco, il colon, i polmoni, i reni, il cuore. Un concetto importante da chiarire è che la grande capacità adattativa del sistema muscolo-scheletrico è al servizio del corretto funzionamento degli organi interni. Vuol dire che un organo in sofferenza spesso altera la sua forma, il volume ed anche la funzionalità, come avviene ad esempio per lo stomaco e per il colon. La variazione di forma porta a modificare l’occupazione dello spazio nell’addome o nel torace. Se lo scheletro non si adattasse, la salute dei visceri coinvolti sarebbe ancor più compromessa. Per questo motivo la necessità di mantenere un equilibrio tra tensione e pressione degli organi interni è una delle principali condizioni necessarie alla sopravvivenza. La sindrome del colon irritabile è, ad esempio, una delle condizioni patologiche che più frequentemente induce dolori alla colonna lombare. Questo avviene per una serie di fattori. Il colon irritabile è spesso gonfio, l’aumento del suo volume comporta l’aumento della pressione interna dell’addome. Per compensare questa condizione la colonna lombare tende a perdere la sua curvatura (verticalizzazione) con un conseguente sovraccarico dei dischi intervertebrali. Spesso anche la colonna dorsale e cervicale sono costrette ad adattarsi flettendosi in avanti (dorso curvo), con il risultato che le vertebre cervicali sono sottoposte ad una costante tensione muscolare, articolare e discale. Uno squilibrio analogo a quello descritto si presenta nei frequenti casi di prolasso del retto e nei casi più gravi anche dell’utero. Inoltre, gli organi interni hanno le stessa innervazione sensitiva dei muscoli per cui esiste una condizione chiamata “parietalizzazione del dolore viscerale”, per cui alla sofferenza di un organo normalmente corrisponde un dolore di alcuni muscoli e di alcuni tratti della colonna vertebrale (zone di Head). Infine, la sofferenza cronica di un organo porta ad un abbassamento della soglia del dolore di tutto il tratto midollare di pertinenza, per cui sarà più facile sentire dolori articolari di quella zona, anche per movimenti o posizioni che normalmente non dovrebbero darne.
Stabilità e mobilità sono le peculiarità da perseguire nella scelta della disciplina sportiva
IN MOVIMENTO
Non esiste uno sport migliore in assoluto che possa prevenire le patologie della colonna lombare. Ma la prima scelta deve ricadere sugli sport aerobici e di movimento. Si devono prediligere soprattutto attività che contemplino allungamento muscolare, miglioramento delle escursioni articolari, tonificazione sapiente di tutto il cilindro addominale (addominali, obliqui, paravertebrali superficiali e soprattutto profondi). In generale, le ginnastiche a corpo libero sono da preferire a qualsiasi tipo di attività con pesi. Se all’aria aperta, i benefici aumentano per la sintesi della vitamina D.
La contiguità anatomica e funzionale del muscolo diaframma, dello stomaco e del colon (innervati dal nervo vago) rende la colonna lombare particolarmente sensibile agli stati ansiosi. Le tensioni psicologiche aumentano la rigidità del torace e dell’addome. Laddove sia necessario è utile abbinare alla riabilitazione delle tecniche di rilassamento o un aiuto psicologico.
Le linee guida internazionali di neurochirurgia consigliano l’intervento chirurgico per ernia discale non prima di sei mesi dall’esordio della fase acuta. Si è visto che è il tempo utile perché nella gran parte dei casi, anche i più dolorosi, attraverso la riabilitazione e la farmacologia, si abbia la risoluzione completa dei sintomi. Mai avere fretta di ricorrere all’intervento chirurgico.
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