CADUTE IMPROVVISE: PERCHÉ AVVENGONO E COME EVITARLE

Con l'età si riducono forza e tono muscolare, corretta postura e velocità dei riflessi. Tutto questo a scapito dell'equilibrio con possibili cadute. Per evitarle è bene curare vista, udito e mobilità del corpo

SECONDO DATI ISTAT E INAIL ogni anno in Italia muoiono più di 3.000 persone a causa di cadute ed è stato calcolato che ogni 10 secondi avviene un incidente domestico che necessita di ricovero ospedaliero. In media, le cadute con frattura del femore si aggirano annualmente intorno alle 8.000, con una spesa sociale che supera i 250 milioni di euro. Sempre in Italia circa il 30% delle persone con più di 65 anni cade almeno una volta in un anno e circa la metà di queste cade con una frequenza maggiore. La caduta è tecnicamente definita come un imprevisto cambiamento di posizione con perdita degli appoggi statici (gambe o bastone) ed incapacità di attuare le risposte volontarie o riflesse che correggano lo squilibrio. Inoltre, le cadute possono essere  accidentali (per cause esterne come tappeti, gradini, avvallamenti del terreno) o patologiche (per cause dipendenti dal nostro organismo come la frattura spontanea della testa del femore, oppure perché non vediamo bene od anche per una vertigine). Le fratture più frequenti causate da una caduta sono quelle del polso (per cadute in avanti o indietro appoggiandosi con la mano in terra), quelle dell’anca (per cadute laterali) e più raramente quelle del bacino (per caduta all’indietro sui glutei). Un dato interessante è che le fratture del polso sono più frequenti in soggetti più giovani, di età compresa tra i 65 ed i 75 anni, mentre le fratture dell’anca spesso avvengono in persone più anziane. Queste percentuali sono in relazione alla possibilità dell’individuo di reagire alla caduta cercando di appoggiare prima le mani sul terreno. Avviene chiaramente in individui di età inferiore. Con l’età diminuiscono il controllo della corretta postura, la velocità dei riflessi, la forza ed il tono muscolare. Cambia la deambulazione per cui si inizia a camminare con passo breve e base di appoggio allargata. Le articolazioni hanno maggiore difficoltà a flettersi ed estendersi, per cui la fluidità del passo ne risente a favore di una espressione motoria più incerta ed instabile. Diminuendo la lunghezza del passo, si riduce l’ampiezza della base di appoggio a scapito del controllo del baricentro e dell’equilibrio, l’aumento della rigidità muscolare e l’artrosi impediscono alla colonna di compiere i movimenti di rotazione-torsione, fondamentali durante la deambulazione. Ad ogni passo il bacino ruota verso la gamba che resta indietro mentre le spalle ruotano in senso opposto. La diminuzione di questo movimento torsionale della colonna vertebrale aumenta l’instabilità e l’incertezza della deambulazione, aumentando il rischio di cadute. Dati statistici evidenziano che solo nel 10% dei casi la caduta comporta delle conseguenze come ferite, ematomi o fratture e che solo un anziano su quaranta viene ricoverato in ospedale. Se si cade più volte nell’arco di sei mesi, è indispensabile approfondirne le cause con il medico di base e, se necessario, con un neurologo o un geriatra. Dopo la caduta il fattore più pericoloso è la perdita di sicurezza (post fall syndrome), la cui conseguenza è la diminuzione delle attività e la perdita di autonomia. La paura di cadere di nuovo inibisce qualsiasi iniziativa motoria (non può esserci errore più grave) e si diventa sempre più sedentari. Una delle cause meccaniche più frequenti nelle cadute è la rigidità delle anche. Quando i piedi inciampano con estrema facilità il motivo è che le anche si flettono poco. Se le anche si flettono poco il piede si alza poco dal terreno, per cui il più piccolo ostacolo può essere toccato con la punta del piede provocando la perdita di equilibrio e quindi la caduta. Le anche possono essere rigide per poca elasticità muscolare, per l’artrosi o perché la colonna vertebrale è troppo flessa in avanti. Tutte condizioni che impediscono ai piedi di sollevarsi a sufficienza durante la deambulazione. Perciò è sempre fondamentale perseverare nella cura e prevenzione dell’udito, della vista e, non da ultima, della mobilità del corpo.

ACCIDENTALI...

Circa la metà di queste cadute avviene in casa e prevalentemente in cucina, in camera da letto, facendo le scale ed in bagno. I fattori di rischio più comuni possono essere rappresentati dal pavimento bagnato, dai tappeti, dai mobili ingombranti, da scale ripide senza mancorrente, da una scarsa illuminazione. In strada dipendono dal marciapiede dissestato e dalle brusche frenate sui mezzi pubblici.

...E PATOLOGICHE

Le cause più frequenti sono rappresentate dalla difficoltà a deambulare, dalla riduzione della vista e dell’udito, dalla perdita dei riflessi del controllo dell’equilibrio, dall’abbassamento della pressione, dalle vertigini e, infine, dall’osteoporosi con conseguente frattura spontanea del femore. Anche l’assunzione di molti farmaci può contribuire ad aumentare il rischio di cadute.

LO SPORT: UN ANTIDOTO CONTRO LE CADUTE

Camminare a passo svelto è di grande aiuto, ma ancor meglio sarebbe praticare uno sport. Ballare è un’ottima prevenzione perché stimola il controllo dell’equilibrio e del baricentro, oltre che i riflessi di reazione alle perdite di stabilità. È utile un’attenta valutazione posturale del sistema muscolo-scheletrico. Se necessario si devono effettuare dei trattamenti fisioterapici per migliorare il movimento del corpo e l’elasticità muscolare. Si deve ristabilire un corretto baricentro ed allenare la percezione ed il controllo della postura corretta. 

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