Quando gli arti manifestano un gonfiore che aumenta nella giornata e che migliora con il riposo, o che è presente in modo costante senza risolversi mai, ci troviamo dinanzi a diverse fasi di una patologia da accumulo di liquidi indicanti la sofferenza del sistema linfatico. La prima è una fase iniziale, mentre la seconda è una fase avanzata, dove gli arti possono avere dimensioni 2-3 volte superiori alla normalità. Allergie, sinusite cronica, malattia cardiaca, varie malattie della pelle, perdita di energia, stanchezza cronica, edema, infiammazioni persistenti, ipertensione, occhi gonfi, infezioni batteriche, dolori lombari, tumori, artriti, mal di testa, cellulite, sudorazione eccessiva, obesità, rappresentano molte delle condizioni in cui il sistema linfatico risulta congestionato. Il sistema linfatico è uno dei sistemi naturali di difesa dell’organismo contro le infezioni. È costituito da organi linfatici come il midollo osseo, le tonsille, il timo, la milza, i linfonodi. Questi sono collegati tra loro da una rete di sottili vasi linfatici e dai linfonodi che sono localizzati principalmente al collo, sotto le ascelle e nell’inguine. I tessuti che compongono il nostro organismo producono un liquido chiaro chiamato linfa che viene fatto circolare in tutto il corpo tramite i vasi linfatici. La linfa contiene i globuli bianchi (linfociti) che hanno la funzione di difenderci dalle infezioni e dalle malattie. Per esempio, quando abbiamo il mal di gola, se palpiamo i linfonodi del collo, ci accorgiamo che questi sono ingrossati: il segno che l’organismo sta lottando contro l’infezione. Il sistema linfatico è in comunicazione con tutti gli organi ed è direttamente collegato al sistema immunitario. È un sistema di protezione ed è un meccanismo di difesa contro infezioni virus, batteri, funghi e, più in generale, ogni forma di malattia. Elimina le tossine, i rifiuti del metabolismo cellulare, i fluidi in eccesso e le infezioni da tutti i tessuti del corpo tramite il flusso ed il corretto drenaggio della linfa. È il “raccoglitore dei rifiuti“, è il filtro interno dei rifiuti metabolici e delle tossine. Se questo flusso viene alterato, il fluido diventa tossico. Le parti del corpo che si affidano al sistema linfatico per l’eliminazione delle scorie diventano così meno efficienti riempiendosi dei loro stessi rifiuti. Questo sistema, che normalmente ci mantiene in buona salute, può diventare i tal modo fonte di infezioni. Il linfodrenaggio è un massaggio molto dolce e superficiale che serve ad eliminare i suddetti fluidi in eccesso dai vari tessuti del corpo. I tre modi più importanti per stimolare la circolazione linfatica sono il massaggio esterno, l’attività muscolare e l’esercizio fisico. È possibile che molti possano avere un sistema linfatico congestionato senza saperlo. Se le tossine non possono essere eliminate a causa di congestione o blocchi, inizia il processo di malattia cronica e degenerativa causando gonfiore e sofferenza. Basti sapere che in Europa, la stimolazione del flusso linfatico è la quarta terapia medica più comunemente prescritta. La stasi che si può determinare in alcune sedi linfonodali determina un accumulo di tossine per cui possono innescarsi le basi per una patologia tumorale. È per questo che in tali casi si effettua chirurgicamente l’asportazione della neoplasia e delle linfoghiandole che ricevono la linfa della regione in cui si è sviluppata la lesione. Pensiamo, ad esempio, all’asportazione dei linfonodi ascellari in caso di carcinoma mammario (tumore al seno). Questa stasi determina la formazione e la trasudazione della linfa con il suo conseguente ristagno nei tessuti, che diventano edematosi e, a lungo andare, possono aumentare di volume addirittura di 2-3 volte rispetto alla normalità (come avviene nella cosiddetta elefantiasi). Il “linfedema” è un particolare tipo di edema determinato dall’accumulo di linfa nei tessuti in seguito a una stasi linfatica. Questa può essere congenita (semplice o familiare) o acquisita (da neoplasia, per la radioterapia, da compressione o da asportazione chirurgica di linfonodi). Il linfedema è visibile particolarmente agli arti, che possono essere interessati in toto o parzialmente. Può essere inizialmente riducibile stando distesi con i piedi e le gambe in posizione declive. Con l’aggravarsi e il cronicizzarsi della situazione di stasi linfatica si passa lentamente allo stadio di elefantiasi. Nei casi di grave linfedema (come, ad esempio, l’elefantiasi del braccio conseguente all’amputazione della mammella con esteso svuotamento del cavo ascellare) vengono effettuati interventi chirurgici di derivazione della linfa ristagnante in una regione verso tessuti sani. Il linfedema deve essere distinto da altri tipi di edema, soprattutto a carico degli arti inferiori, che possono dipendere da diverse altre cause come malattie venose, insufficienza cardiaca, renale o epatica. Il consiglio migliore è di cercare di prevenire la formazione del linfedema, evitando traumi o ferite alla cute dell’arto che possono portare allo sviluppo di una infezione. È molto importante curare l’igiene personale utilizzando acqua non troppo calda e applicando al termine una crema idratante. In caso di epilazione è meglio ricorrere a rasoi elettrici con testine molto pulite e durante la manicure si deve evitare di tagliare le cuticole vicino le unghie. In caso di tagli o graffi, occorre disinfettare accuratamente e proteggere la ferita con una garza sterile. È bene indossare indumenti comodi che evitino costrizioni degli arti interessati. In estate, è utile ricorrere a soluzioni repellenti contro gli insetti per evitare punture di zanzara che potrebbero portare ad infezioni cutanee. È fondamentale l’esercizio fisico, evitando però sforzi eccessivi o il sollevamento di pesi gravosi. In caso di linfedema, le terapie più efficaci sono quelle decongestive che utilizzano diverse tecniche: il linfodrenaggio manuale, il bendaggio compressivo accompagnato da ginnastica e la pressoterapia pneumatica. Prima si comincia la terapia, migliori saranno i risultati. Il linfedema è una malattia dalla quale non si guarisce. È tuttavia possibile controllarlo: dopo le terapie iniziali deve essere tenuto sotto controllo utilizzando un bracciale o una calza elastica. È inoltre opportuno apprendere alcune tecniche di autocura che comprendono l’autobendaggio, la ginnastica decongestiva, l’automassaggio e la pressoterapia domiciliare. Il linfodrenaggio presenta però controindicazioni, in quanto un rapido recupero dei fluidi potrebbe non essere adeguato per i pazienti con scompenso cardiaco, con infezioni e condizioni di malattia neoplastica in atto.
manuale è tra le tecniche decongestive più efficaci per combattere l’accumulo di linfa nei tessuti.
compressivo, associato a esercizi di ginnastica, è una valida terapia per contrastare i linfedemi.
linfatico è costituito da organi come la milza, il midollo osseo, il timo, le tonsille e i linfonodi.
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